Carla Vallotto, l'architetto giramondo: la "sua" Istanbul e l'idea dei magnifici cuscini

 

Quando dall’aereo vede le luci di Istanbul, megalopoli sinuosa che sul mare unisce Europa e Asia e le avvicina in un magico abbraccio, Carla si sente a casa. Cittadina del mondo lo è da sempre, per storia e vocazione. E’ nata a Lima, in Perù: lì si erano incontrati i suoi genitori, dopo aver attraversato l’oceano. Piero Vallotto, il padre, era di San Martino di Lupari (in provincia di Padova) e commerciava in materiali per le miniere, mamma Eveline Krumnau era una tedesca di origine russa, i cui genitori,  l’uno di Riga e l’altra di San Pietroburgo, entrambi in fuga dalla Russia, si erano incontrati in Polonia e poi si erano trasferiti a Berlino.

Il nonno di Carla morì molto presto, e la nonna, Olga, che aveva due fratelli spariti nel nulla, fu contattata dalla Croce Rossa: “Signora, i suoi fratelli sono in Perù e vorrebbero rivederla”. E così mamma Eveline arriva a Lima, dove lavora come stilista e lì incontra Piero. Dopo il matrimonio, arrivano Carla e il fratellino. Siamo agli inizi degli anni ’60, l’Italia si è rialzata dopo la crisi del dopoguerra e vive allegra la vigilia del boom economico: i due giovani sposi decidono che è il posto ideale per far crescere i figli. Carla ha 3 anni quando la famiglia si mette in viaggio e all’aeroporto di Miami, ancora in parte in costruzione, si fa notare. “Giocavo  con altri bambini incontrati all’hub – racconta – e ho tirato giù tutte le luci, lasciando al buio gran parte delle sale.”

Un tipino vivace, insomma. Bionda, carina, ma “giamburrasca”. Come lo è ancora oggi. Crescendo a Verona, Carla inizia ad interessarsi all’arte e all’architettura. Si laurea a Milano,  lavora in studi importanti, come quello di Gino Valle e collabora anche con Vittorio Gregotti. Poi si trasferisce a Berlino, affascinata dal fermento della città tedesca, che sta totalmente cambiando il suo aspetto e il suo skyline grazie ad una nuova concezione urbanistica.

 “Anni stupendi e molto interessanti, in cui ho anche potuto andare alla scoperta della casa da dove mia nonna e mia mamma partirono. A Berlino ho maturato una mentalità diversa, cosmopolita. Lì già allora c’era attenzionealla natura, alla sostenibilità. Era urgente il tema del riciclo, e poi lavoravo con amici architetti, di differenti paesi, ed è stato un grande arricchimento, professionale e personale.” Corsi e ricorsi nella vita: oggi a Berlino sta lavorando suo figlio Alessandro, dopo esperienze a Londra e in Australia.

“Sono la donna con la valigia in mano” – dice Carla di sé. Infatti, dopo il matrimonio a Verona e la nascita del figlio,  lavora come architetto ma la sua passione restano i viaggi, la scoperta di ciò che è diverso ed inusitato. Ciò che guadagna, lo spende alla scoperta del mondo. Così, un giorno va a trovare una sua cliente poi diventata amica, Giovanna, che  da anni si è trasferita ad Istanbul.

Lì sul Bosforo, tra colori, profumi e sapori dal sentore orientale, in quella che nei secoli fu chiamata “seconda Roma”, Carla ha una folgorazione: vede i velluti di seta dagli incredibili disegni e colori che un gruppo di curdi porta in città.

“Mi sono innamorata a prima vista – racconta – e ho iniziato a studiare: sono tessuti uzbeki dall’antichissima tradizione, totalmente prodotti in modo artigianale all’interno delle case, nei due stili principali : Ikat e Suzani.”

L’idea le viene immediata: questa meraviglia deve essere portata in Italia! Si mette subito al lavoro, contattando i mercanti curdi, provenienti dall’Uzbekistan, e inizia a cucire i suoi primi cuscini, di varie forme e fogge, accorgendosi che i loro colori e fantasie permettono molte combinazioni, con un effetto estetico di grande impatto. 

“Credo che la sensibilità alla bellezza mi arrivi dai tanti anni di studio, ma anche dal fatto di avere avuto una mamma artista, che ha sempre dipinto. La tecnica Ikat viene dall’Asia, ma la stessa tipologia di tintura delle fibre era anche tipica di antichi popoli del Perù precolombiano. Sarà un richiamo del mondo?” – sorride Carla .

L’Ikat è  una tintura dei tessuti che viene  detta “semplice” se praticata sui fili dell’ordito uniti in particolari “mazzetti”, per ottenere un certo disegno, oppure  “doppia” se il trattamento è riservato ai fili della trama. Il tutto viene realizzato a mano, e si distingue facilmente dai tessuti stampati: è una tipologia di tintura molto ricercata da collezionisti ed etnologi, soprattutto perché praticata sulla seta, che è delicata e richiede una tecnica sopraffina.

“Anche lo stile Suzani è affascinante, per i colori e i motivi –  prosegue l’architetto Vallotto - viene dall’Asia Centrale ed indica sia una tipologia di ricamo che un tessuto tribale. Lo stile è moresco, molti dei motivi sono ricorrenti nell’arte islamica e ne esistono di vari tipi, a seconda della provenienza.”

Quando una decina di anni fa viene lanciato il brand “I cuscini di Carla” (https://www.facebook.com/icuscinidicarla)  il successo è immediato: arrivano decine di richieste e di ordini da tutta Italia. Carla accetta l’invito di showroom di Roma, Milano e di eventi esclusivi come quelli che si svolgono al Castello di Strassoldo o a Lucca, o ancora a Palazzo Isolani di Bologna. La sua idea si rivela vincente e i tessuti, oltre che dei cuscini,  prendono la forma di magnifiche pochette e borse, mentre  dalla collaborazione con altri artigiani nascono le abat-jours e le “furlane” in velluto di seta, accoppiate ma non identiche, seguendo la variazione del disegno: magnifiche.

Il colpo d’occhio di un’esposizione di Carla lascia a bocca aperta: tanti colori e fantasie, rossi, azzurri, verde in ogni sfumatura, turchese, rosa fucsia, giallo limone, nero-blu, acquamarina, arancio,  grigio-azzurro, viola, in un’armonia mai uguale. Ogni pezzo è unico, ha molti simili ma nessuno identico. L’insieme mette allegria e l’unico problema che si può avere è riuscire a scegliere!

“Oggi i miei prodotti sono venduti in alcuni negozi di arredamento a Milano, Forlì, Bergamo, Roma, Bologna, Modena, e molti ordini li evado io stessa – dice Carla – perché mi piace il rapporto diretto con le clienti, far loro da consulente, anche se per me la cosa più bella resta prendere l’aereo e andare a vedere cosa c’è di nuovo, respirare Istanbul e scoprire la gentilezza e i rituali antichi di un popolo, quello curdo, ricco di tradizioni, sapere, bellezza. E poi io, da buona forchetta, adoro assaggiare i piatti della cucina mediorientale, speziata e sapiente.”

Tutto questo pregusta, atterrando, la nostra donna con la valigia in mano: anche le gite in barca sul Bosforo, in pieno sole o al tramonto o sotto le stelle quando l’aria si fa tiepida, e tutta Istanbul ha mille occhi luminosi e le cupole perfette delle Moschee, da cui si innalza all’unisono il canto dei muezzin. E quando ci entri vedi cieli stellati, che quasi pare che Giotto sia stato qui. Che vita a colori!

 Antonella Antonello

 

NB. Per trovare Carla Vallotto e i suoi prodotti, andate sulla sua pagina Instagram:

https://www.instagram.com/icuscinidicarla/?hl=it

 

4 commenti

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